Verona, Teatro Filarmonico Lunedì 3 ottobre 2022 ore 20:30
Le Concert des Nations
Jordi Savall direttore
Lina Tur Bonet primo violino di spalla
Franz Schubert
Sinfonia n°8 in si minore “Incompiuta” D 759
Sinfonia n°9 in do maggiore “La grande” D 944
Giunge al termine la XXXI edizione del Festival Internazionale di Musica “Il Settembre dell’Accademia” con una proposta molto apprezzata dall’affezionato pubblico del Teatro Filarmonico di Verona.
Jordi Savall e Le Concert des Nations non hanno certo bisogno di presentazioni. L’orchestra fu creata da Jordi Savall e Montserrat Figueras nel 1989 durante la preparazione del progetto Canticum Beatae Virgine di M.A. Charpentier per poter disporre di un gruppo con strumenti d’epoca in grado di interpretare un repertorio che andava dal Barocco fino al Romanticismo. Il suo nome proviene dall’opera di François Couperin, Les Nations. Diretta fin dagli inizi da Jordi Savall, fu la prima orchestra a essere formata in maggioranza da musicisti provenienti dai Paesi latini (Spagna, America latina, Francia, Italia, Portogallo, ecc…), tutti specialisti di livello internazionale nell’interpretazione della musica antica con strumenti originali dell’epoca e criteri storici.

Jordi Savall è una delle personalità musicali di spicco della sua generazione. Si è fatto conoscere in tutto il mondo per le sue scoperte e interpretazioni di musiche antiche spesso dimenticate alle quali ha ridato luce con la sua viola da gamba o in veste di direttore. Prima di fondare Le Concert des Nations ha creato con la moglie, la soprano spagnola Monserrat Figueras, gli ensemble Hesperion XXI (1974) e Capella Reial de Catalunya (1987). Dopo decenni di prassi esecutiva volta alla riscoperta della musica antica, proposta sempre con spirito filologico sia a livello strumentale sia di esecuzione, Savall presenta al pubblico i due capolavori indiscussi di Franz Schubert: la Sinfonia n°8 in si minore “Incompiuta” e la Sinfonia n°9 in do maggiore “La grande”.
L’Incompiuta è sicuramente una delle sinfonie più note di Franz Schubert, e attorno alla sua composizione aleggia ancora il mistero: fu composta nel 1822, in soli due movimenti ma fu eseguita per la prima volta solo nel 1865 dopo la morte del compositore. Il ritrovamento di uno Scherzo composto per pianoforte con alcune pagine orchestrate lascia intendere che fosse intenzione di Schubert completarla anche se non lo dichiarò mai in vita.
La sinfonia n° 9 “La Grande” (nome attribuito per distinguerla dalla Sinfonia n°6 detta “la Piccola”) rappresenta forse l’apoteosi della maturità espressiva di Schubert e lascia trasparire l’interesse del compositore per le musiche di Beehtoven dalle quali trae ispirazione (e ne cita addirittura il tema dell’inno alla gioia nell’ultimo tempo) ma sa anche distaccarsi con idee musicali distintive dello stile Schubertiano.
L’esecuzione dell’Incompiuta è stata chiara e lineare, con un tempo giusto e non troppo corso. Un tempo troppo veloce non avrebbe consentito di apprezzare fino in fondo le sonorità degli strumenti d’epoca, in particolare dei fiati, che raramente si possono apprezzare in questo tipo di repertorio. Anche La Grande è stata curata nei minimi dettagli dall’ormai ottantenne Savall. Il suo gesto direttoriale didattico e composto ha condotto magistralmente l’orchestra attraverso i quattro tempi della Sinfonia. Gli archi sempre precisi e puliti nei passaggi, i fiati, forse traditi dalle difficoltà tecniche di strumenti d’altri tempi, non sono riusciti a nascondere qualche modesta imperfezione. Nel complesso è risultata un’esecuzione molto piacevole, acclamata e applaudita dal numeroso pubblico che affollava il Teatro Filarmonico.