Rovereto, Teatro Zandonai, venerdì 10 febbraio, ore 20.30                                      (replica sabato 11 febbraio ore 15.30)
Malvagia. Come nasce una strega
adattamento da
Wicked. La storia delle streghe del mondo di Oz
Musica e testi di Stephen Schwatz,
Libretto di Winnie Holzman
Interpreti:
Elphaba – Marta Bonora
Glinda – Arianna Martinelli
Nessarose – Beatrice Bonora
Madame Morrible – Silvia Delvai
Fyero – Michele Bigaran
Il Mago – Martina Scalini
Dott.sa Dillamond – Linda Baroni
Boq – Sebastiano Tavernini
Ensemble: Francesca Guardini, Sebastian Fia, Nadia Luchetta, Marco Menapace, Marianna Nardelli, Federico Pernici
Corpo di ballo: Mattia Barone, Alice Righi, Alice Valle e Martina Scalini
Ginnaste: Martina Furletti, Giorgia Ferraglia e Giulia Benini
Ensemble strumentale Orchestra delle Metamorfosi: Giulio Robol, violino / Giovanna Trentini, cello / Lorenzo Passerini, chitarra / Agostino Poli, clarinetto / Giulia Leccese, flauto e ottavino / Elisa Trentini, percussioni ed effetti / Diego Ricci, batteria
Make up: Laura Lotti e Matilde Samb, trucco colore
MUA: Diana Perini e Veronica Novello
Parrucchiera: Rajmonda Picalli
Costumi: ideazione di Kathrine Omezzolli, realizzazione di Kathrine Omezzolli, Laura Parisi e Chiara Moncher
Scenografie: Marco Menapace, Damiano Benuzzi e “Il capanno dei Balocchi”
Collaboratori dell’Associazione per il progetto: Giacomo Marcheschi, coreografo e supporto regia,
Elisabetta Preziosa, coreografa
Gianmarco Latini, vocal coach
Antonio Lanza, traduzione liriche
Michelangelo Baroni, grafiche
Martina Scalini, acting coach e aiuto coreografa
Francesco Maria Moncher, direttore musicale, pianoforte e traduzioni
Maria Pia Molinari, regia e testi
Service audio e luci: Gabriele Molinari e Gabriele Simoni per Iirriti service

Teatro esaurito da famiglie, con bambini e ragazzi, che hanno assistito ad uno spettacolo complesso come un musical, della durata di più di due ore, seguito con attenzione e partecipazione: è quanto è accaduto al Teatro Zandonai a Rovereto per lo spettacolo musicale Malvagia.Come nasce una strega, creato dall’associazione Arte delle Muse di Riva del Garda. Protagonisti alla ribalta sono stati giovani che si sono messi in gioco con un progetto partito ancora nel gennaio del 2022, scelti con apposite audizioni. Nulla viene lasciato al caso dall’organizzazione guidata da Maria Pia Molinari, che impegnata nella musica su molteplici fronti, dalla psicologia, al canto, alla formazione, ha dato corpo ad un progetto di formazione e divulgazione del musical in provincia con un precisa idea, ossia formare giovani all’arte dello spettacolo, come un vera e propria palestra di esperienza, uno spazio di formazione per ragazzi dai 17 anni in su. In collaborazione con l’istituzione educativa Casa Mia di Riva del Garda, l’Arte delle Muse ha portato alla realizzazione di  importanti titoli nell’ambito del teatro musicale internazionale come Mamma mia, Gobbo di Notre Dame, Bella e la bestia, Nightmare Before Christmas,Simba, e DoReMi Tutti insieme appassionatamente.
I ragazzi che hanno superato l’audizione hanno poi frequentato il corso di formazione con Maria Pia Molinari, canto, Martina Scalini, danza, Francesco Maria Moncher, musica, ai quali si sono aggiunti tanti altri formatori, esperti di spettacolo arrivando così al debutto al Teatro Zandonai di Rovereto venerdì 10 febbraio (replica sabato 11 febbraio sempre a Rovereto, ore 15.30) con WICKED, (in italiano Malvagia), un musical di Broadway del 2003 composto da Stephen Schwartz (musiche e testi) con libretto di Winnie Holzman. È basato sul romanzo Strega – Cronache dal Regno di Oz in rivolta di Gregory Maguire, a sua volta una rivisitazione de Il meraviglioso mago di Oz di L. Frank Baum con numerosi riferimenti all’adattamento cinematografico del 1939. È il 5º musical che più a lungo è stato rappresentato a Broadway e il 28º più a lungo rappresentato nella storia del teatro.
Una storia di magia,  anche complessa da seguire ma capace di attrarre le generazioni più giovani, che narra le vicende precedenti agli eventi descritti nel celebre romanzo “Il Mago di Oz” di L. Frank Baum, e in particolare l’insolita ma profonda amicizia tra due giovani donne: la popolare Glinda e l’incompresa ragazza dalla pelle verde Elphaba. In seguito ad un incontro con il meraviglioso mago di Oz, la loro amicizia arriva ad un bivio e le loro vite prendono strade diverse. L’incontrollabile desiderio di popolarità porta Glinda ad essere sedotta dal potere, mentre la determinazione di Elphaba la porta a rimanere fedele a se stessa e a dover sacrificare tutto ciò che le è più caro.
Il tutto raccontato con musica, canto e danza, con una impostazione che non ha lasciato nulla al caso o alla buona volontà degli interpreti, ma confezionato con estrema professionalità e cura nel dettagli in cui vige la regola del prodotto confezionato dall’interno, dai costumi alle scene. Emerge la qualità del canto di tutti i personaggi, canto moderno ma che non si esime da dare spazio alle varie articolazione della voce, e con le due protagonista Elphaba, Marta Bonora, e Glinda, Arianna Martinelli, che esibivano la loro rivalità con tutta la linea del canto fatta di slanci vocali. Attenzione alla recitazione che contribuito a sostenere il ritmo della commedia come hanno dato dimostrazione Silvia Delvai, Madame Morrible, direttrice del collegio dove si apprende la magia e Martina Scalini, equivico Mago di Oz. Applausi condivisi tra tutti gli interpreti, Beatrice Bonora, Nessarose sorella della maga Elphaba, come il Fyero di Michele Bigaran e il Boq di Sebastiano Tavernini che la vicenda li porterà a trasformarsi in due personaggi presi dalla storia del Mago di Oz, lo Spaventapasseri e l’Omino di Latta; il Leone senza coraggio sarà un leoncino pupazzo cresciuto in gabbia ma liberato prontamente dalla strega protagonista.

Tanta musica curata da Francesco Maria Moncher a capo della sua Orchestra delle Metamorfosi che seguiva con attenzione ogni momento di quanto accadeva in scena con una musica sempre incessante e senza un momento di caduta di tensione. Lo spazio scenico dello storico Teatro Zandonai ha contribuito anche a dare una certa rilevanza al progetto che poteva contare anche su una una scenografia minimale ma di effetto puntando tutto sul gioco delle luci e delle immagini a proiezione, con una regia che ha sapientemente controllato una gestualità dei personaggi. Uno spettacolo ben riuscito, che ha dato dimostrazione della professionalità degli operatori che vi hanno collaborato, dove, alla fine, si è raggiunto lo scopo, ossia di confezionare uno spettacolo per famiglie, non banale, dove si riuscisse a trasmettere la complessità del lavoro teatrale.
Il riscontro è stato il teatro esaurito per le due recite, conquistando successo e raccogliendo segni affetto per tutti gli artefici del progetto.

 

 

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